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Pittore Decoratore

L’artista Giuseppe Marino nasce a Gravina in Puglia il 12 febbraio 1958, in una città colma di arte e storia. Immerso nelle bellezze artistiche del suo paese si innamora follemente delle arti pittoriche e decide cosi di iscriversi e frequentare l’Istituto Statale D’Arte di Bari. Il suo carattere portato alla condivisione, all’unione e alla ricerca della bellezza lo porta ad essere attivo nell’ambito sociale e culturale della comunità, Peppino oltre ad avere pennelli e colori come compagni di viaggio è un musicista, lavora nel primo canale TV della città, fa radio, teatro e nonostante le mille difficoltà di una Gravina degli anni ’70 sembra quasi che il suo pensiero, la sua voglia, i suoi comportamenti vanno avanti anni luce rispetto al pensiero di un paesello, ed è portavoce di quella che è una crescita di tutta la comunità.

Tante sono le testimonianze di quel periodo , di amici e conoscenti che lo vedono protagonista di eventi culturali, artistici e anche religiosi, difatti è stato presente in diverse comunità parrocchiali della città intervenendo con suo estro artistico in iniziative religiose e oratoriali.

L’arte, intanto diventa il suo pane quotidiano, anche se deve essere accompagnato dal lavoro di imbianchino, lavoro che gli permette di crescere la sua famiglia. Ma nonostante le difficoltà trova sempre il tempo per dipingere e trasmettere su tela i suoi sentimenti e turbamenti. Continua a partecipare ad eventi quali mostre ed estemporanee, sempre con quella “fame di apprendere i modi diversi di fare arte”.

Il suo lavoro da decoratore, restauratore murale e pittore cresce negli anni e diventa l’impiego principale. Questo, che per lui non ha mai rappresentato un “lavoro” bensì una passione, lo porta a spostarsi frequentemente in varie città, ad allargare i suoi confini fino ad essere invaso da nuove forme di pensiero, un’altra crescita personale che lo indirizzano verso la realizzazione di veri e propri capolavori in molte chiese, abitazioni e strutture private. La crescita di questa rete porta l’artista a mettersi in gioco con l’esterno, riuscendo a vincere, partecipare e realizzare tele per vari concorsi. Tutto questo non lo allontana da cosa è per lui casa, il laboratorio-studio nelle mura natali, dove trova sempre ispirazione e attenzione per una nuova tela bianca da dipingere.

La sua arte porta il nome di un grande amore: Gravina! Il suo amore e legame viscerale con la sua terrà è ben visibile all’interno della maggior parte delle sue opere. Le sue tele narrano una storia gravinese, una favola che invoglia chi le guarda a vivere un paese meraviglioso. Il suo territorio murgiano è mostrato in tutto il suo bagliore, ma anche nelle sue profonde paure, mischiando rocce, alberi e monumenti in una raffigurazione di un posto che apparentemente non c’è ma che se si cerca lo si trova nel cuore di ogni gravinese. Un suo pensiero particolare è sempre stato quello che Gravina, non può essere mai “abbandonata” anche quando la vita ti porta ad allontanarti da essa. Ogni gravinese, diceva, dovrebbe portare con se un pezzo di Gravina!. Probabilmente è per questo che il suo cuore si riempiva di assoluta gioia quando una sua tela, che raccontava questo paese, veniva commissionata da un gravinese trasferito in un'altra città, un modo per aprire una finestra su un ricordo che scalda il cuore. Questa finestra con vista speciale l’artista ha voluto crearla anche nella sua abitazione dove con estrema fantasia ha unito tutte le bellezze gravinesi in un’unica grande opera, raffigurandole come un innamorato che ad occhi aperti sogna un mondo nuovo, un mondo che forse meritiamo se non fossimo cosi crudeli con noi stessi.

Ma la sua vocazione non è stata solo all’insegna di “Gravina nell’arte” ma anche “ L’arte per Gravina”.

Tantissime sono state le mostre d’arte organizzate in proprio e in collaborazione con le organizzazioni culturali locali come la ProLoco, l’Archeoclub e Orgoglio Gravinese per le quali si è sempre messo a disposizione con idee, progetti e assistenza tecnica.

Quando a Gravina è nata l’idea, che con il tempo è diventata una realtà concreta e segno identificativo del nostro paese, dei Cortei storici, ha sin da subito dato la sua disponibilità a collaborare e a mettere a disposizione le sue competenze nella realizzazione di carri, strutture e scenografie. Il suo è stato sempre un intervento votato a migliorare e rendere unica la realizzazione di qualsiasi evento, pertanto ha sempre lavorato con tutte le associazioni culturali che negli anni si sono succedute nell’organizzazione di tali eventi.

Un occhio particolare ha sempre avuto nei confronti degli eventi importanti per la città. Vengono in mente le numerose mostre fatte in occasione della festività di San Michele, per il cui Santo Patrono aveva una vera e propria venerazione, e ne sono testimonianza le numerose tele che lo rappresentano. O ancora la fiera di San Giorgio, nella quale spesso è intervenuto esponendo personalmente o offrendo le sue tele per l’allestimento di spazi di aziende e associazioni. Inoltre ha anche partecipato ad un concorso per la realizzazione della locandina di una edizione della fiera stessa.

Nel 1995, all’interno di una iniziativa comunale, veniva alla luce il murales di Via L. Maiorana, nel quale sono rappresentati due anziani che sembrano guardare la gente che passa; si espande alle loro spalle un tipico scorcio di paesaggio gravinese. In quel murales è riconoscibile l’amore incondizionato per il suo paese e il desiderio di regalare ai cittadini quell’arte e quei colori che scaldano il cuore anche solo con uno sguardo fugace di chi cammina in fretta. Con quell’iniziativa, l’ambiente artistico gravinese, raggiunge uno nuovo step, una nuova crescita culturale, un’apertura della mente nel modo di intraprendere e vedere l’arte. Peppino Marino con gli altri artisti, diventano, quasi inconsapevolmente, per la prima volta nel paese, autori di quella forma d’arte, modo di dipingere e di rendere pubblico il proprio pensiero e i propri sentimenti, che molti anni dopo diventeranno quella tecnica conosciuta come “street art”. Il tempo e le intemperie hanno nel tempo sbiadito il dipinto e più il murales perdeva di colore più aumentava il turbamento nel cuore dell’artista che vedeva la sua città privata della meraviglia di quei colori. Così nell’aprile del 2014, in occasione della 720ª Fiera di San Giorgio, dopo 19 anni, ha omaggiato nuovamente il suo paese di quel dipinto riportandolo a nuova vita.

Ricco di capacità e talento non è mai stato avido del tesoro racchiuso nelle sue mani, ma ha voluto sempre donarsi al prossimo, infatti si è messo a disposizione di scrittori locali per la realizzazione di illustrazioni e copertine di libri o poesie. Il suo sapere e le sue competenze non ha mai voluto tenerle per se stesso. Tanti sono gli artisti, giovani e non che hanno tratto insegnamento dal suo modo di dipingere e dal suo modo di vedere l’arte nella sua pienezza. Mai geloso delle sue tecniche ha fatto dell’arte un mondo nel quale confrontarsi e crescere, in un clima di costante convivialità e condivisione. Probabilmente è per questo suo vivere l’arte a pieno che nell’ambiente artistico gravinese è chiamato da diversi artisti “il Maestro”.

Peppino Marino ha dedicato la sua vita all’arte e al bello della sua Gravina e lo ha fatto con un motto e uno stile tutto suo, racchiuso in una massima che lui amava tanto, perché l’ha avuta sotto gli occhi da quando è nato, fino agli ultimi suoi giorni. Questa frase che lo descrive a pieno è incisa sul portone della sua abitazione/bottega e recita cosi: “ Non ore sed corde”, “Non con la lingua Ma con il cuore.